L'esigenza di conservare alimenti per consumarli nel corso del tempo è antica quanto gli esseri umani, i quali non cessano di ricercare soluzioni per mantenere il più possibili intatte le caratteristiche dei cibi, nel rispetto delle esigenze di gusto e di salute.
I cibi mal conservati che subiscono alterazioni nel corso del tempo possono, infatti, rivelarsi nocivi per il benessere delle persone che li mangiano, in particolare a causa dei microrganismi presenti naturalmente negli alimenti.
Batteri, muffe e lieviti sono tra i maggiori responsabili dell'alterazione degli alimenti, talvolta anche in positivo e quale classico esempio possiamo citare i formaggi nati grazie alla presenza di microrganismi nel latte.
Al di là di fortunati casi, come quello del latte e del pane, dobbiamo però riconoscere la dannosità di microrganismi verso i quali l'industria conservarla ricerca soluzioni utili per accrescere il periodo di conservazione degli alimenti, mantenendone al contempo il più possibile intatte le caratteristiche di gusto.
Per la conservazione dei cibi vi sono diverse strade tra cui scegliere e che sono essenzialmente riconducibili a metodi fisici o chimici, a seconda del tipo di alimento, delle sue caratteristiche e del suo grado di deperibilità che può essere ridotto, come nel caso delle farine o del riso notoriamente conservabili a lungo, o al contrario estremamente basso, pensiamo alla carne, al pesce e agli altri alimenti che possono essere conservati per pochissimi giorni in ragione del loro notevole contenuto di acqua ed altri elementi nutritivi come grassi e proteine.